In ogni cosa c’è bellezza
Un caso editoriale molto discusso. Per alcuni un vero e proprio capolavoro, per altri un’opera commerciale.
Di sicuro siamo colpiti dall’occhio fotografico dell’autrice Valérie Perrin.
Come forse avete capito, su questo sito non leggerete (solo) recensioni tradizionali. Ho deciso di unire l’amore per la lettura a “Ecco: filosofia della bellezza” creando il blog “Leggere è bellezza” e la rubrica “Bellezza sopra le righe”.
“Cambiare l’acqua ai fiori” è stata la mia prima lettura del 2021.
“Guardi che tempo meraviglioso” dico. “Ogni giorno la bellezza del mondo mi inebria. Certo, c’è la morte, i dispiaceri, il brutto tempo, il giorno dei morti, ma la vita riprende sempre il sopravvento, arriva sempre un mattino in cui c’è una bella luce e l’erba rispunta dalla terra riarsa”.
“Cambiare l’acqua ai fiori”, Valérie Perrin, E/O, 2018.
La prima volta che Violette, la protagonista, incontra la bellezza è contemplazione. Ha il volto d’angelo e tutte le ragazze cadono ai suoi piedi, ma lui, quella notte, sceglie lei. Lo farà anche la notte successiva, e poi quella ancora per molte altre notti.
Questa bellezza di cui Violette si nutre è fisica e la sua fame è insaziabile.
La protagonista vorrebbe perdersi in quell’abbraccio, in quella passione, e per questo vi dedica le sue giornate.
La seconda bellezza che Violette conosce è quella che intravede in un sogno a occhi aperti: avere finalmente una famiglia. Non tanto il costruirne una, quanto il sentirsi finalmente parte di qualcosa.
La nascita di Léonide rivoluziona il suo concetto di bellezza. La componente fisica rimane nei lineamenti della bambina, così simili a quelli del padre. Vi è, però, un aspetto più viscerale: la gioia dei sorrisi di sua figlia, il contatto, la complicità, il semplice giocare insieme. La bellezza è in Léonide e trova ulteriore espressione in una vacanza che per qualche giorno la illude che tutto sia perfetto così.
Un giorno succede qualcosa di terribile, qualcosa che non dovrebbe mai succedere. E la bellezza, così difficile da vedere, continua a vivere solo nel ricordo. Ci sono troppe distanze e tutto provoca dolore. Solo ciò che è stato ed è andato perso sembra bello per Violette.
Uno dei più grandi insegnamenti che ho tratto da “Cambiare l’acqua ai fiori” è che la vita ha sempre in serbo sorprese per tutti noi. La bellezza per Violette torna a pulsare, viva, nella cura. Il prendersi cura prima di un orto e di un giardino, poi degli altri e del loro dolore. Infine del ricordo di chi non c’è più.
Un giorno la bellezza torna a bussare alla porta di Violette e la coglie impreparata. Quasi in silenzio, senza far rumore, torna a trovarla e lentamente la cambia: scioglie il gelo, ma più di tutto la paura e la sensazione di non aver più niente da dare. La presunta incapacità di amare perde forza e inizia a vacillare.
Questa nuova bellezza non sovrasta le altre, ma prende il suo posto tra loro.
C’è un’ultima bellezza ad arrivare nella vita di Violette. L’ultima con cui l’autrice ci lascia e che io lascio a voi, come suggerimento, come spunto per migliorare la nostra vita. La consapevolezza di sé, della verità e del coraggio di vivere in armonia con quello che abbiamo dentro e con quanto vive intorno a noi.
Credo che ognuno di noi dovrebbe arrivare, un giorno, a vivere questa bellezza. Sono ancora lontana dal riuscire a farlo, ma ogni giorno provo a fare un passo in più verso questo tipo di bellezza.
Prima di salutarci, ringraziandoti per la lettura, ti chiedo che cosa sia per te la bellezza e se hai ritrovato in questa recensione anche la tua idea di bello. Se hai letto questo libro, che sensazione ti ha regalato?
Io ti lascio con un pensiero semplice e che questo libro mi ha suggerito: ogni cosa è bellezza. Anche quando siamo avvolti dal buio, la bellezza è intorno a noi.
Grazie per l’attenzione.
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