Della relatività dei tempi, dell’inesorabilità del tempo.
Che cos’è il tempo se non una successione di fatti che scorre? Il tempo della vita inizia prima che ce ne rendiamo conto e si conclude, a volte, senza averne coscienza. Ma stiamo divagando.
Eppure, tutto in Polvere nel vento richiama il tempo, anche la struttura dell’opera. L’autrice Chiara Kiki Effe è stata molto brava a costruire un prologo di impatto e poi a portarci indietro, strutturando i capitoli in modo tale che, finito uno, hai ancora voglia di saperne di più e ne divori un altro. Sì, perché è stata in grado di costruire in maniera impeccabile il ritmo delle vicende, e ad alimentare la curiosità verso i protagonisti: chi sono, come si sono conosciuti, come si sono avvicinati e, forse, allontanati.
Sappiamo che li ritroveremo dove li abbiamo lasciati, ci sono piccoli richiami al prologo nella prima parte del libro, ma abbiamo voglia di capire come siano andate le cose, come siano arrivate fino a lì e come proseguiranno quando la narrazione si riallaccerà alla parte iniziale.
Sia detto, per inciso, che l’alternanza dei punti di vista di Willow e di Dean è ben fatta e non crea confusione: i due protagonisti sono ben caratterizzati e intrecciati. Solo unendo i due elementi, avremo una visione completa della storia.
Ma il tempo che cos’è, allora? Quando ci rifugiamo nei ricordi di tempi sereni, di abbracci pieni d’amore e di speranza, il tempo è fermo. Torniamo indietro, viviamo a rallentatore la stessa scena fino a conoscerla a memoria. Siamo noi i protagonisti, oltre che gli spettatori. Così tornare nella vecchia casa riaccende le ferite di Dean. Così ricordare il giuramento fatto a suo marito il giorno del matrimonio distrugge Willow.
Questo rifugio, che sembra sicuro ma in realtà è illusorio, ci uccide. Perché? Dovreste chiederlo, per esempio, al padre di Dean.
Pare che il tempo si fermi quando si incontra l’amore della vita, ma il tempo rallenta o si ferma anche quando
Polvere nel vento, Chiara Kiki Effe
non vogliamo andare avanti, forse per paura, o proprio per paura. Senza il forse. Quello che nessuno dice è che il
tempo, dopo essersi fermato riprende il suo corso e accelera per recuperare.
Essere ancorati ai ricordi, al tempo che è stato e a quanto poi si è dissolto nella realtà (ma non nella memoria) è un ostacolo che ci impedisce di andare avanti, di vivere.
E che cosa succede quando si incontra qualcuno che ci fa stare bene senza chiederci niente in cambio? Senza bisogno di definizioni, di impegni fissi stabiliti. A volte ci si trova a combattere tra la necessità di tornare a vivere e il calore del ricordo di chi abbiamo amato, in un passato più o meno lontano. Siamo spaventati, non sappiamo quale sia la strada giusta da intraprendere.
Dobbiamo combattere il tempo che procede e rifugiarci nei ricordi oppure rassegnarci e lasciarci trasportare dalla corrente? Potremmo correre il rischio di trovare, nel nostro scorrere, qualcosa di incredibile e che merita di essere vissuto.
Il tempo è un traditore, perché continua a scorrere anche quando vorremmo che si fermasse. Così quello che adesso è un attimo, è presente, domani potrebbe essere un ricordo di qualcosa di importante, che forse sul momento non abbiamo assaporato davvero.
Questa riflessione la troviamo anche in Polvere nel vento di Chiara Kiki Effe.
Lie diceva sempre che non si poteva conoscere il valore di un momento finché il momento non
Polvere nel vento, Chiara Kiki Effe
sarebbe diventato un ricordo.
Il tempo passa e non ritorna. Questo è l’insegnamento che tutti intorno a Willow e Dean cercano di trasmettere ai protagonisti. E anche noi lettori, pur vivendo il loro dolore e la loro paura, vorremmo sussurrare loro che è la cosa giusta da fare, che nella vita bisogna concendersi una seconda possibilità. La possibilità, appunto, di essere felici, ora, in questo momento, senza rinnegare ciò che è stato in passato, ma riposizionandolo dove è giusto che stia.
Il tempo è relativo in Polvere nel vento e nella nostra vita, perché a volte ci sembra fermo e ci costringe a rivivere i soliti ricordi, spesso dolorosi anche quando in origine erano felici.
Il tempo è un tiranno perché continua a scorrere anche se noi non vogliamo. Potremmo urlargli di fermarsi, ma ci illuderebbe, non ci ascolterebbe davvero.
Il tempo è un alleato perché se lo accettiamo, se accettiamo che lo scorrere faccia parte della sua natura, saprà offrirci nuove opportunità e ci darà la spinta per coglierle.
Il tempo è folle perché procede indipendentemente da tutto e da tutti. Il tempo ci rende folli perché abbiamo pochi strumenti per fermarlo e non ci resta che viverlo.
Vivi il tempo che hai, fai tesoro dei ricordi, ma non dimenticare di guardare quello che ogni giorno ti viene offerto. Questo è il suggerimento che ci arriva con Polvere nel vento di Chiara Kiki Effe. E, come lettori, dobbiamo accoglierlo e fare la nostra parte per mantenere questa promessa, senza rimandare al domani, ma iniziando subito.
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