Un’autrice fenice – Erika Franceschini

Intervista all’autrice di “Come una fenice”, Erika Franceschini

Erika Franceschini è una donna forte: è imprenditrice, è autrice, è madre di quattro figli.

Trentotto anni, una laurea in lettere e un master sui disturbi dell’apprendimento e un corso di specializzazione da game trainer. Grazie alla sua formazione, Erika Franceschini è una tutor dell’apprendimento e game trainer. Madre di quattro figli, ama leggere, scrivere e viaggiare anche se quest’ultimo sta diventando un po’ complicato.


Ciao Erika! Autrice, imprenditrice e supermamma di quattro figli. Prima domanda a bruciapelo: ci sveli il tuo superpotere?

Nessun superpotere, in realtà sto proprio sclerando e la casa lo dimostra. Diciamo che è un po’ complicato e infatti arrivo in ritardo ad ogni consegna.


Le tue pubblicazioni spaziano dal mondo dell’infanzia a quello degli adulti. Che tipo di storia dobbiamo aspettarci di trovare tra le pagine dei tuoi libri?

Io amo scrivere e quando mi viene un’idea la butto giù, può capitare che un giorno sia da adulti e un altro da bambini, dipende da quello che mi sta attorno.


Ci siamo conosciute diverse anni fa in un collettivo di scrittura, Scrittori in Corso. Che cosa ha rappresentato per te quell’esperienza e che cosa ti ha insegnato?

È stata un’esperienza importante, mi ha dato dei tempi da rispettare, qualcuno che correggeva e mi aiutava, e anche il coraggio di pubblicare e di far leggere quello che scrivevo.


Vorrei approfondire un attimo con te alcuni aspetti delle tue opere. Come ti sei coordinata per lavorare a quattro mani con Monica Spigariol nel libro “A.A.A. Cercasi“? E come è nata l’idea di parlare della ricerca di lavoro?

Beh, l’idea era di Monica, aveva già pensato a come fare ma aveva bisogno di più esperienze, ci siamo coordinate su avere esperienze lavorative diverse, personalità diverse, insomma che ci fosse una bella varietà di lavori.


So che il calendario dell’avvento è nato tra le mura domestiche. Come hanno reagito le tue figlie (all’epoca erano tutte femmine) quando l’hanno letto con te la prima volta?

Beh, è nato in un momento particolare, io aspettavo Agata e sapevo che sarebbe nata durante l’avvento, perciò, in quel periodo per alcuni giorni non ci sarei stata e volevo che continuasse la nostra abitudine a leggere e che ci fosse il papà con loro. Da qui è nata l’idea e infatti uno dei racconti parla proprio dell’arrivo della sorellina sotto l’albero.



Come una fenice” è il tuo primo romanzo. La protagonista, Giulia, si trova a dover cambiare vita. Che rapporto hai tu, Erika, con i cambiamenti?

Mi piacciono, ma è una cosa che ho sentito più necessaria con il Tempo, quando ero più giovane avevo più paure e ho perso tante occasioni.


In “Come una fenice” Giulia approda a Genova, a Milano e poi nel resto dell’Italia. Sei particolarmente legata a qualche luogo tra quelli del romanzo? Ci racconti perché?

Sicuramente a Venezia, non è un caso se è la città principale di questo romanzo. È una città che ho imparato ad amare solo grazie al periodo universitario ma adesso la adoro. Poi ci sono altri luoghi che ho visto personalmente come la valle dei templi e la scala dei turchi in Sicilia.


Se tu dovessi dare un consiglio a Giulia, quale sarebbe?

In realtà le ho fatto fare quello che sarebbe stato il mio consiglio.


Nella caratterizzazione dei personaggi protagonisti ti sei ispirata a qualcuno? A chi e perché?

Beh sì, direi a più persone, alcune più familiari e altre meno. Giulia per certi versi è il mio alter ego. I suoi genitori un po’ assomigliano ai miei. Altri invece sono persone completamente inventate ma che mi piacerebbe conoscere.


Descrivi ogni tua opera con tre parole (tre, non barare):

“A.A.A. Cercasi” (con Monica Spigariol): osservazione, racconto, vita

“Il calendario dell’avvento in 24 storie”: Natale, dolcezza, buonanotte

“Come una fenice”: (ci sto mettendo una vita a rispondere a questo): sogno, catarsi, sorriso


Suggerisci un sottofondo musicale per accompagnare la lettura delle tue opere (se vuoi puoi indicare anche una situazione ideale di lettura, tipo periodo della giornata, luogo, compagnia, ecc):

“A.A.A. Cercasi” (con Monica Spigariol): beh questo ovunque, anche al bar o mentre si aspetta il treno o si ha un minuto libero. Come canzone… mah direi un De André o Gaber, insomma canzoni con significati profondi e legati alla vita quotidiana e alle difficoltà del lavoro.

“Il calendario dell’avvento in 24 storie”: queste sono nate per essere lette prima di andare a dormire e direi con una bella Playlist di Natale

“Come una fenice”: beh direi divano o sdraio al mare e sottofondo Cremonini


Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?

Mia mamma ricorda sempre che fin dai primi anni delle elementari scrivevo storie e credo sia nata lì poi alle superiori è sbocciata con la volontà di fare la giornalista, ma questa è un’altra storia.


Che cos’è per te la scrittura?

È libertà e qualcosa che mi fa stare bene.


[Il Calendario dell’avvento] è nato in un momento particolare, io aspettavo Agata e sapevo che sarebbe nata durante l’avvento, perciò, in quel periodo per alcuni giorni non ci sarei stata e volevo che continuasse la nostra abitudine a leggere e che ci fosse il papà con loro. Da qui è nata l’idea e infatti uno dei racconti parla proprio dell’arrivo della sorellina sotto l’albero.

Erika Franceschini

Qual è la tua routine di scrittura, se ne hai una?

Non ne ho, magari ne avessi. L’unica cosa è che voglio essere da sola, che diventa un limite quando in casa si è in sei.


Quanto è difficile per te conciliare la scrittura con gli altri impegni?

Troppo, infatti ho mille idee iniziate ma che vanno avanti a rilento.


In che modo il tuo lavoro di tutor dell’apprendimento influenza il tuo rapporto con la scrittura e la lettura?

Beh per quanto riguarda la lettura, è fondamentale anche per rimanere aggiornati e poi spesso i racconti che scrivo o ho scritto sono nati dalle esperienze con i ragazzi che seguo e poi tengo anche qualche corso di scrittura.


Quali sono per te gli ingredienti che un bel romanzo deve avere?

Buona grammatica, una buona suspence e che si senta l’amore dell’autore per la scrittura.


Qual è la parte più difficile per te nel tuo percorso di ideazione, struttura, scrittura e promozione dell’opera? Perché?

La promozione, non sono proprio in grado, non ci riesco e non so bene come dovrei fare.


E la parte che reputi più stimolante e divertente?

La stesura, lasciarmi andare ai pensieri e scrivere, scrivere, scrivere.


C’è un autore a cui ti ispiri? Perché?

No, leggo tanto e prendo da tutti. Ci sono autori che amo ma penso che ognuno debba esprimere se stesso.


Quanto è importante, secondo te, la lettura di altri autori per migliorare la propria scrittura?

Tantissimo, di tutti i tipi, di tanti autori.


Mia mamma ricorda sempre che fin dai primi anni delle elementari scrivevo storie e credo sia nata lì poi alle superiori è sbocciata con la volontà di fare la giornalista, ma questa è un’altra storia.

Erika Franceschini

Preferisci leggere autori già affermati o emergenti? Perché?

Entrambi anche se per i secondi non è sempre facile trovarne di bravi.


Credi che la scrittura e la lettura possano cambiare il mondo? Se sì, in che modo?

Assolutamente sì, intanto se la gente passasse il tempo a leggere, ne avrebbe meno per fare altre cavolate e poi ti permettono entrambe di sfogare rabbia, frustrazione, muovono la creatività e l’immaginazione.


Se tu dovessi indicare un’opera che hai letto e che ha cambiato il modo in cui vedi il mondo (intorno a te o dentro di te), quale indicheresti? Perché?

1984 di Orwell e molti altri libri dello stesso genere, ma anche alcuni di intelligenza emotiva perché mi hanno spinta a osservare in maniera diversa ciò che accadeva e le persone che incontravo.


Che tipo di opere ti piace leggere? Che genere o che stile devono avere? Devono affrontare particolari temi? Raccontaci cosa cerchi come lettore.

Io amo i gialli soprattutto psicologici, i rosa e i distopici. L’unica cosa che conta è che mi tengano legata alle pagine, che senta proprio il bisogno di continuare a leggere.


Leggo tanto e prendo da tutti. Ci sono autori che amo ma penso che ognuno debba esprimere se stesso.

Erika Franceschini

A cosa stai lavorando?

Allora principalmente a un libro per il mio paese, anzi per il gruppo alpini che hanno fatto novant’anni lo scorso anno e quest’anno festeggeranno e ho promesso di scriverne la storia.



E che cosa puoi anticiparci sui tuoi progetti futuri?

Beh c’è la continuazione di “Come una fenice”, poi ho la bozza di un libro game per bambini e un inizio di un altro romanzo che giace inerme negli appunti.


L’unica cosa che conta è che mi tengano legata alle pagine, che senta proprio il bisogno di continuare a leggere.

Erika Franceschini

Oltre alla scrittura e alla lettura, hai altre passioni? Che cosa ci racconti a riguardo?

Mi piace molto girare, viaggiare ma non in capo al mondo, amo molto i luoghi con storia e archeologia e quindi adoro l’Italia, in realtà lo facciamo pochissimo perché con quattro figli è un po’ un casino, soprattutto perché le prime due hanno parecchi impegni.

Mi piacciono molto i giochi da tavolo e riusciamo spesso a dedicarci una sera a settimana insieme ad alcuni amici. Questa passione è colpa di Monica (quella con cui ho scritto il libro) e di suo marito Fabio. Sono un mondo fantastico e molto divertente, è un altro modo per passare le serate e poi li utilizzo anche per lavoro e ti assicuro che sono fantastici in classe.


Quale consiglio ti sentiresti di dare a un giovane autore che sogna di pubblicare il suo primo libro?

Buttati, provaci che non si sa mai.


Hai la possibilità di inviare nello spazio una sola opera (che sia una poesia, un racconto, un romanzo) di un autore più o meno conosciuto. L’autore puoi essere anche tu. In questa opera dovrebbe essere raccolto il tuo messaggio a memoria futura. Quale opera scegli e perché?

Storia della bellezza di Umberto Eco perché la bellezza nel senso profondo e non di esteriorità è ciò di cui abbiamo bisogno.


La bellezza nel senso profondo e non di esteriorità è ciò di cui abbiamo bisogno

Erika Franceschini

Risposte secche:

  1. Casa editrice o self? Sarebbe un magari case editrici se ti leggessero senza voler essere pagate
  2. Giallo o nero? Giallo
  3. Struttura a priori o in divenire? IN DIVENIRE
  4. Musica in sottofondo o silenzio? SILENZIO
  5. Prima persona o terza persona singolare? Terza
  6. Libro cartaceo o digitale? Entrambi
  7. Revisione a schermo o su carta? Ho imparato a schermo perché effettivamente diminuisce il tempo di lavoro.

Grazie, Erika, per aver risposto a tutte queste domande.

Se vi ha incuriosito, potete approfondire qui:

Profilo Ig Erika Franceschini: inviaggiotralibriegiochi



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