Monday Coffee Break – Diario balordo, Marco Moretti

Cinque domande a Marco Moretti sul progetto Diario Balordo


Diario balordo è la cronaca semiseria di alcune delle mie giornate. Ricordi di vita ordinaria di un tipo disordinato. Nasce dopo una giornata intensa di lavoro, osservandomi allo specchio e paragonandomi alle icone di Grey’s Anatomy o altre serie simili.

Marco Moretti

Una pausa caffè veloce, quella di questo lunedì, come ogni caffè il primo giorno della settimana.

Abbiamo già conosciuto Marco Moretti nelle piacevoli risposte che ha rilasciato nell’intervista sui suoi libri che trovate qui. Se non lo avete ancora ascoltato, vi consiglio di scoprire l’incipit del suo ultimo romanzo qui.

Come spesso accade, però, non avevo potuto porre tutte le domande che avrei voluto, perché Marco Moretti è un autore molto attivo e perennemente alla ricerca di nuovi progetti. Abbiamo deciso di approfondire in questa chiacchierata speciale il suo progetto “Diario balordo”.


Ciao Marco, ben tornato! Abbiamo avuto il piacere di intervistarti e di spacchettare e ascoltare insieme l’incipit del tuo ultimo romanzo “L’inganno della torta al cioccolato”. Oggi, però, vorrei affrontare con te un altro argomento. Marco, che cos’è “Diario balordo” e come è nato?

Diario balordo è la cronaca semiseria di alcune delle mie giornate. Ricordi di vita ordinaria di un tipo disordinato. Nasce dopo una giornata intensa di lavoro, osservandomi allo specchio e paragonandomi alle icone di Grey’s Anatomy o altre serie simili.


Una delle caratteristiche di “Diario balordo” è l’immediatezza e, in un certo senso, anche l’effimero. Hai infatti deciso di pubblicare questo progetto in modo “non convenzionale”, cioè su IG. Perché? A che tipo di lettore ti rivolgi?

Si tratta di flash e credo che un social sia il contenitore adatto: ho iniziato con IG perché associo una foto alla pagina del diario, ma posto anche su FB. Il lettore è chiunque voglia sorridere di fatti quotidiani, tali solo nel nome. Ognuno trova la propria chiave di lettura.


Brillante e a tratti amaro. Come una bevanda gassata, piacevole nell’aspetto, dissetante, che lascia un retrogusto che ci porta a ripensare a lei anche quando l’abbiamo finita. Se dovessi paragonare “Diario balordo” a qualcosa, userei questa immagine. E tu, Marco, che immagine useresti? Puoi prendere in prestito sapori, paesaggi, suoni, odori, consistenze. Basta che poi, nella risposta, ci spieghi il motivo della scelta.

Ti lascio la suggestione della bevanda e passo al cibo: la paella. Per la varietà degli ingredienti mantenendo due punti fermi, riso e maiale, come nel diario trovi ironia e concretezza. Un piatto simile e tanto diverso ogni giorno.


In “Diario balordo” ci offri spaccati sulla quotidianità. In che modo la scrittura si inserisce in questo contesto?

La scrittura, nella mia esperienza, nasce dalla quotidianità che offre gli spunti migliori e peggiori su cui lavorare: un fatto di cronaca, il dialogo tra due amici, un evento sportivo o culturale, un film.


Che futuro immagini per “Dario balordo”, se vuoi e puoi rivelarcelo? Continueremo a leggerlo su IG oppure hai in mente qualcosa di diverso?

In primis spero di aumentare i lettori, se così fosse l’idea sarebbe scrivere pagine di diario più “grasse”. Non sarebbero adatte ai social per cui potrebbe mutare in un processo editoriale. Per ora mi accontenterei di svezzarlo e farlo crescere.


Ringraziamo Marco Moretti per averci offerto un affresco su “Diario balordo”. Se volete approfondire il suo progetto, lo trovate qui.



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