“Fahrenheit 451” di Bradbury e la poesia

Il fuoco. Un cuore che non brucia, ma resiste. Questa è la leggenda del cuore di Percy Shelley, trovato sulla spiaggia di Viareggio proprio il 18 luglio di duecento anni fa. Impossibile non pensare a lui oggi. Colgo, quindi, l’occasione per ricordarlo e per invitarvi, se non lo avete ancora fatto, a leggere e a condividere la recensione del primo romanzo dell’autore e del poeta, “Zastrozzi” che è stata pubblicata qui su Poesia: femminile, singolare.
Mi sia concesso parlare ancora di fuoco. Un fuoco tremendo. Un fuoco che dovrebbe purificare, invece distrugge e annienta sensibilità e umanità. I pompieri non spengono gli incendi, perché sono proprio loro a dare fuoco ai libri. I libri sono proibiti nel mondo che Bradbury immagina in “Fahrenheit 451“. Un mondo che ci vuole tutti insensibili, anestetizzati. E la poesia?, mi chiederete. Non voglio anticiparvi troppo. Vi invito a leggere il mio contributo su Poesia: femminile, singolare intitolato proprio “Fahrenheit 451, perché abbiamo bisogno di poesia“. Lo trovate qui.
Prima di lasciarvi, chiedo a voi che cosa rappresenta per voi la poesia e qual è il poeta che sentite più vicino a voi. Buona lettura!
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