Intervista all’autrice di “Il destino ha scelto me”, Esse Elle

Abbiamo discusso molte volte sull’importanza della storia e non sul nome di chi l’ha scritta. Non è stato quindi un problema accettare di intervistare Esse Elle, che preferisce firmare solo con le proprie iniziali i libri, senza rivelare la sua vera identità. In fondo Esse Elle ha molto in comune con noi. Non ci credete? Ecco che cosa dice di sé e vi sfido a non riconoscervi:
Scrittrice e lettrice per passione con un grande sogno nel cassetto: vedere i propri romanzi prendere vita.
Ecco che cosa ci ha rivelato l’autrice di “Il destino ha scelto me”, che, per inciso, è stata l’unica fino a ora a barare al gioco delle tre parole. Lo scoprirete meglio proseguendo la lettura dell’intervista!
Ciao Esse Elle. La prima domanda che ti faccio è d’obbligo, ma se non vuoi rispondere, la bypassiamo. Come mai la scelta di non firmare con un nome e cognome ma solo con iniziali?
Ciao Serena, grazie per questa intervista che mi stai offrendo in quanto scrittrice (wow che parolona) esordiente. Non è la prima volta che un autore o un’autrice cerca di nascondere il suo vero nome e ci riesce a lungo. Tra i grandi abbiamo l’autore americano di bestseller Stephen King, che ha pubblicato romanzi sotto pseudonimo; Agatha Christie (che già usava un cognome diverso per firmare i suoi gialli) creò uno pseudonimo per i suoi sei romanzi rosa. La lista è lunga e i motivi sono tanti ma è ovvio che stiamo parlando di “Grandi” scrittori, nel mio caso è diverso, sono una persona molto riservata e soprattutto ho preferito usare le iniziali perché il mio cognome è simile a quello di altri scrittori.
Dietro queste iniziali c’è comunque un’autrice, una persona. Se sei d’accordo, vorrei comunque porti alcune domande sulla tua routine di scrittura, sul tuo modo di vedere la scrittura e la lettura. Sarai tu, con le tue risposte, a stabilire dei paletti e dei limiti.
Sulla tua biografia su Amazon leggo: “L’universo non sa che esisto, quindi mi rilasso scrivendo”. La scrittura per te è possibilità di esser liberi? È evasione?
La lettura ci rende liberi. Molti libri ci permettono di evadere con la fantasia, ci aprono la mente, ci fanno compagnia e spesso ci immedesimiamo nei racconti. La scrittura è libertà, sia espressiva che creativa. Mi piace condividere il mio punto di vista con i lettori tramite i miei racconti. Si può scrivere cose forti, crude, vere ma senza dimenticare di farlo con delicatezza e leggerezza e perché no anche con ironia che spesso manca. Quindi per rispondere alla tua domanda, sì, quando scrivo mi sento libera.
“Rimpiangere il passato è rincorrere il vento”, cita il proverbio russo. Credo che questa sia anche ciò che vorresti dire alla protagonista Sophie Clarke e al lettore. Che cosa rappresenta per te il passato?
Senza un passato non saremmo nulla, ma pensarlo sempre è sofferenza, ossessione. Ho molti ricordi, sia belli che brutti legati al passato e sono tutti racchiusi in un enorme scatola bianca con fiori colorati (è il modello primavera-estate 😉, ecco l’ironia di cui parlavo prima). Ho imparato con il tempo e l’esperienza ad aprirla sempre meno, se mi soffermo a lungo su un ricordo mi condanno a non vivere più il presente e cosa risolvo? Nulla, perché ormai il passato è passato e non si può modificare. Su questo argomento mia madre avrebbe molto da ridire, per lei le scelte o gli sbagli nel passato, ne risenti nel presente e rischi il futuro, ma questo è un altro discorso e posso affrontarlo quando sarò saggia come lei.

Una curiosità: da dove nasce la scelta di ambientare il tuo romanzo “Il destino ha scelto me” a New York?
Il mio romanzo “Il destino ha scelto me” è ambientato in più luoghi, nello specifico in due città importanti, differenti e oserei dire opposte: New York e San Pietroburgo. New York è accogliente, dinamica, ritmi frenetici, come dice la mia protagonista “una città che non dorme mai” e ciò che cerca Sophie Clarke è la libertà. San Pietroburgo è raffinata, elegante, colta; caratteristiche che Sophie Clarke ha acquisito nel corso dei suoi anni.

Una domanda che verrebbe spontaneo porre è se tu credi nel destino, ma non voglio essere banale. Allora ti chiedo se la protagonista, Sophie, crede nel destino e se la risposta cambia nel corso della storia.
Sophie Clarke ha un rapporto di odio e amore con il destino. Lei sa che non si può sfuggire però proverà a cambiarlo, e nel corso della storia crede sia possibile, ma gli avvenimenti la portano di nuovo sulla strada iniziale e capirà che è più facile arrendersi e accettarlo che combattere inutilmente. Ciò che è destinato a te, troverà il modo di raggiungerti.
In “Il destino ha scelto me” grande spazio è riservato ai sentimenti. Che tipo di emozioni dobbiamo aspettarci di provare leggendo il tuo romanzo?
Le emozioni sono tante e diverse tra loro: ci sono sentimenti di rabbia, gioia, frustrazione e tormento. La protagonista abbandona tutte le sue certezze per crearsi qualcosa di suo senza sapere cosa le riserverà il destino. Comunque ogni personaggio è fondamentale e suscita un sentimento diverso nel lettore.
La difficoltà nel lasciare andare il passato, ma anche quella nell’affrontare il presente con le avversità che ci presenta. Che rapporto ha la protagonista con il proprio passato, presente e futuro? Ci racconti che cosa sogna per sé?
La mia protagonista vorrebbe liberarsi del passato, è tormentata a tal punto da influenzare la sua vita, il suo presente. Vorrebbe vivere libera e spensierata, ma si trova a fare i conti con quello che è il suo destino.
Pensi che questo libro possa essere d’aiuto anche a chi ha difficoltà a voltare pagina con il proprio passato? Perché?
Non ho mai considerato il mio romanzo come un aiuto per voltare le spalle al passato, se così lo considera qualcuno allora devo aver fatto un buon lavoro. A queste persone dico che ci vuole molta forza di volontà, bisogna accettare quanto prima che il passato non si può cambiare. Spero possano farlo in fretta perché abbiamo una vita sola e non è giusto sprecarla così.

Descrivi “Il destino ha scelto me” con tre parole (tre, non barare):
Emozionante. Ricco di colpi di scena. Finale inaspettato. (Ho barato 😊)
Una domanda che pongo sempre è quella di suggerire una colonna sonora per accompagnare la lettura del libro. In questo caso, però, in ogni capitolo sono citate delle canzoni e tu suggerisci chiaramente di ascoltarle mentre si legge. Tra tutte le canzoni che hai citato, qual è quella che secondo te meglio rappresenta Sophie Clarke, la protagonista?
Direi senza pensarci Bad Liar – Imagine Dragons. È la canzone che ha segnato Sophie Clarke, infatti appare più volte nei capitoli. Però se chiudo gli occhi e penso al mio romanzo allora mi viene da dirti Fyfe & Iskra Strings – Peaks perché c’è un momento fondamentale dove si scopre la verità su Sophie Clarke.
Una scelta così importante, come quella di inserire musica in ogni capitolo, mi suggerisce che anche per te la musica abbia un ruolo fondamentale. Che rapporto hai tu con la musica?
La musica fa parte della mia vita, infatti nel mio romanzo ho inserito cinquanta canzoni. Ci sono giorni che ascolto la musica e altri che ascolto le parole, dipende molto dal mio stato d’animo.
Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
Non ho una data precisa, mi è sempre piaciuto scrivere, una volta io e una mia amica scrivemmo la parodia de I Promessi Sposi con I Promisero Sposi, chissà se un giorno lo pubblicherò. Comunque quello che mi piace è soprattutto creare acrostici, a pagina 277 del mio romanzo troverete l’acrostico che ho composto con il titolo del romanzo.
Che cos’è per te la scrittura?
La scrittura è uno strumento potente, per me è dare voce ai miei pensieri, alle mie storie.
Si può scrivere cose forti, crude, vere ma senza dimenticare di farlo con delicatezza e leggerezza e perché no anche con ironia che spesso manca.
Esse Elle
Qual è la tua routine di scrittura, se ne hai una?
Scrivo quando posso, a qualsiasi ora del giorno o della notte, quando ho l’ispirazione, quello che non deve mai mancare è la musica, a volte con un bicchiere di vino rosso.

Quali sono per te gli ingredienti che un bel romanzo deve avere?
Per me le storie nascono dall’ispirazione, da quello che leggo, da quello che vivo e da ciò che vedo, da lì traggo il punto di partenza per i miei romanzi. Non so se esista una ricetta giusta per un romanzo perfetto; la scrittura incide molto, è meglio scrivere in maniera semplice, non bisogna dimostrare niente a nessuno però sicuramente una buona trama, deve appassionare e non dev’essere scontato.
Qual è la parte più difficile per te nel tuo percorso di ideazione, struttura, scrittura e promozione dell’opera? Perché?
Dalla realizzazione fino alla pubblicazione del mio romanzo, ho impiegato esattamente quattro anni. È stato un percorso difficile e tortuoso soprattutto quando non hai un nome importante o una Casa Editrice alle spalle, la competizione poi è altissima per non parlare delle tante figure (non professionali) che ti saltano addosso come avvoltoi solo per i soldi, dove ti fanno false promesse, ma di te e del romanzo non se ne importano nulla.
E la parte che reputi più stimolante e divertente?
La parte più divertente e soprattutto stimolante è quando scelgo il luogo di ambientazione, diventa per me una bella sfida perché inizio a fare delle ricerche su quel luogo: le tradizioni, gli usi e costumi. La scelta dei protagonisti con i loro rispettivi caratteri e la scelta dei brani musicali.
C’è un autore a cui ti ispiri? Perché?
Sinceramente cerco di avere uno stile tutto mio.
Quanto è importante, secondo te, la lettura di altri autori per migliorare la propria scrittura?
Di altri autori non saprei però possono aiutare libri sulla scrittura creativa, sull’evoluzione dei personaggi e così via.
A queste persone dico che ci vuole molta forza di volontà, bisogna accettare quanto prima che il passato non si può cambiare. Spero possano farlo in fretta perché abbiamo una vita sola e non è giusto sprecarla così.
Esse Elle
Preferisci leggere autori già affermati o emergenti? Perché?
Con gli autori affermati vai a colpo sicuro, anche se mi è capitato di leggere un romanzo di un autore già noto che mi ha delusa. Per me non esistono libri belli o brutti, forse non ero io semplicemente pronta a leggerlo. Ho letto molti romanzi di scrittori emergenti, apprezzo il loro coraggio, infondo lo sono anch’io quindi è giusto dare spazio a noi 😊
Credi che la scrittura e la lettura possano cambiare il mondo? Se sì, in che modo?
Il mondo non credo; il proprio mondo sì, compreso il modo di pensare.
Se tu dovessi indicare un’opera che hai letto e che ha cambiato il modo in cui vedi il mondo (intorno a te o dentro di te), quale indicheresti? Perché?
Io prima di te ha cambiato il mio modo di riflettere sulle questioni tra vita e morte. Il libro e poi dopo il film fa commuovere e riflettere sulle condizioni delle persone con un danno cerebrale. È giusto dare un valore alla vita, ma è anche giusto vivere dignitosamente. Capisco meglio quelle persone che valutano l’ipotesi dell’eutanasia.
Che tipo di opere ti piace leggere? Che genere o che stile devono avere? Devono affrontare particolari temi? Raccontaci cosa cerchi come lettore.
Mi piace molto leggere e non pongo limiti ai generi, come dicevo prima sulla musica vale anche per i libri, dipende dal mio stato d’animo.
La parte più divertente e soprattutto stimolante è quando scelgo il luogo di ambientazione, diventa per me una bella sfida perché inizio a fare delle ricerche su quel luogo: le tradizioni, gli usi e costumi. La scelta dei protagonisti con i loro rispettivi caratteri e la scelta dei brani musicali.
Esse Elle
A cosa stai lavorando?
Sono alle prese con un paio di romanzi.
E che cosa puoi anticiparci sui tuoi progetti futuri?
Spero di non far passare altri quattro anni.
Oltre alla scrittura e alla lettura, hai altre passioni? Che cosa ci racconti a riguardo?
Con la scrittura, la lettura e la musica c’è il teatro. Ho frequentato vari corsi. Ebbene sì, sono riservata ma non timida. Il teatro mi ha aiutata a guardarmi dentro, a conoscermi meglio, a gestire le emozioni e soprattutto a vivere tante vite diverse. Spero un giorno di ritornare sul palco.
Quale consiglio ti sentiresti di dare a un giovane autore che sogna di pubblicare il suo primo libro?
Non credo di essere la persona più adatta per dare consigli ai giovani autori, posso solo dire di credere in sé stessi e lottare per quella idea.
Hai la possibilità di inviare nello spazio una sola opera (che sia una poesia, un racconto, un romanzo) di un autore più o meno conosciuto. L’autore puoi essere anche tu. In questa opera dovrebbe essere raccolto il tuo messaggio a memoria futura. Quale opera scegli e perché?
Manderei nello spazio direttamente Alberto Angela, l’enciclopedia vivente.
Ebbene sì, sono riservata ma non timida. Il teatro mi ha aiutata a guardarmi dentro, a conoscermi meglio, a gestire le emozioni e soprattutto a vivere tante vite diverse
Esse Elle
Risposte secche:
- Casa editrice o self? Se c’è una casa Editrice “seria” che crede in te e ha visto del potenziale allora sì, altrimenti per noi poveri scrittori emergenti e soprattutto anonimi, c’è il self. Da un punto si deve partire. La meravigliosa Norma Jeane Mortenson faceva la comparsa prima di diventare Marilyn Monroe.
- Giallo o nero? Ho letto entrambi e apprezzo quasi tutti i generi.
- Struttura a priori o in divenire? Preferisco Eraclito, tutto cambia costantemente.
- Musica in sottofondo o silenzio? Musica in sottofondo, spesso classica.
- Prima persona o terza persona singolare? Preferisco scrivere e leggere in prima persona. La storia la voglio vivere. In terza persona è come se volesse anticipare tutto.
- Libro cartaceo o digitale? Per una questione di comodità e di spazio direi il digitale, sul mio telefonino ho un’intera libreria però avere tra le mani un libro cartaceo, sfogliarlo, sentire l’odore delle pagine non ha prezzo.
- Revisione a schermo o su carta? Faccio tutto su carta poi passo al pc.
Ringraziamo Esse Elle per averci incuriosito con le sue risposte. Potete approfondire qui:
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