Intervista all’autore della saga “I Signori delle Balene” – Alen Grana
Ok… dirti come nasce una leggenda è facile. Il difficile è dirti come muore.
Alen Grana

Ci sono storie che ti restano attaccate addosso. Che narrando di avventura ci raccontano qualcosa di quanto più prezioso abbiamo: la libertà. E chi, meglio dei pirati, può rappresentarla?
Abbiamo già conosciuto La Piccola Volante, la casa editrice che ha pubblicato questo titolo, in questa rubrica. La Piccola Volante ha anche lanciato una campagna su Produzioni dal Basso: ve ne parlo qui e qui trovare il link per dare il vostro contributo.
Oggi il nostro ospite della domenica è Alen Grana, autore della saga “I Signori delle Balene” che conta, a oggi, cinque volumi e due spin-off a fumetti. Le illustrazioni sono di Emiliano Billai. Qui trovate il primo volume in formato cartaceo e qui in ebook.
Chi è Alen Grana?
Alen Grana nasce nel 1980 e fin da piccolo sviluppa una forte propensione al nerdismo. Gioca di ruolo, ascolta metal, smanetta sui videogiochi, è quasi un secchione… sintomi più che caratteristici. Il problema è che con la crescita tutto questo non cambia. Si diploma e lavora come geometra ma coltiva la passione per la musica, libri, fumetti, spade laser e serial tv.
Nel 2013 impazzisce, si iscrive a un corso di scrittura creativa tenuto dallo scrittore bolognese Gianluca Morozzi.
Nel 2014 pubblica con LaPiccolaVolante I Signori delle Balene, primo libro dell’omonima saga fantasy – piratesca. Negli anni successivi escono in successione La Foglia Nera (2015) e Il Canto della Mangrovia (2016). Nel 2018 il quarto (e penultimo) libro della saga, Il marchio della Regina. Nel 2020 firma la sceneggiatura del primo spin-off a fumetti dedicato alla saga, disegnato da Davide Locatelli: Doter J. Abb e l’anno successivo pubblica l’ultimo capitolo di questa folle, avventuresca e originale saga.

Ciao Alen, grazie per aver accettato il mio invito. La prima domanda che mi viene da farti è principalmente tecnica: quanto cambia il lavoro dell’autore quando si ha a che fare con una saga, come nel tuo caso, rispetto a quando si lavora a un romanzo?
Ciao Serena, grazie a te per esserti interessata ai miei lavori e a tutto il “pazzo” mondo de La Piccola Volante. Vado subito a rispondere alle tue domande, sperando di soddisfare tutte le tue curiosità (e quelle dei tuoi lettori). Nel mio caso sono partito subito col botto, buttandomi direttamente su una Saga come mio primo romanzo (o gruppo di romanzi) quindi il lavoro che ho fatto vale sia per una Saga che come romanzo singolo eheheh… Molto probabilmente l’unica differenza riguarda l’organizzazione e la scaletta degli avvenimenti chiave da spalmare su tutta la Saga. Poi, sinceramente, ogni volta che mi sono messo su uno dei volumi ho creato la storia quasi dal nulla, memore solamente di alcuni passaggi obbligati per determinati snodi narrativi e per personaggi protagonisti.
Ho proposto un testo striminzito (l’ho già detto che sono pigro, sì?!) ma fitto di personaggi in cui era già presentata l’intera futura ciurma della Re Balena. Da quelle poche righe arrivò la proposta dei Capitani: “Ti andrebbe di inventarti qualcosa da questo folle gruppo di personaggi?” e poi… leggenda.
Alen Grana
Sappiamo che La Piccola Volante seleziona le storie da pubblicare con i giochi del loro laboratorio di scrittura gratuito. Ci racconti come è nata l’idea di “I Signori delle Balene”?
Giocavo ai giochi narrativi di LPV (La Piccola Volante, sono pigro, lo so) già da un po’. Poi è sbucato un bellissimo gioco in cui Emiliano Billai (illustratore, scrittore e una delle due menti che sta dietro a LPV) ha inserito un’illustrazione e da qui bisognava inventare una piccola storia. L’illustrazione mostrava una nave seguita da una gigantesca balena bianca e che, a sua volta, inseguiva la sagoma di una sirena intenta a nuotare nel mare. Come mio solito ho proposto un testo striminzito (l’ho già detto che sono pigro, sì?!) ma fitto di personaggi in cui era già presentata l’intera futura ciurma della Re Balena. Da quelle poche righe arrivò la proposta dei Capitani: “Ti andrebbe di inventarti qualcosa da questo folle gruppo di personaggi?” e poi… leggenda.
Domanda non casuale, Alen: come nasce una leggenda?
Aspetta che chiamo il Vecchio Joe in aiuto: le leggende nascono con le storie! Quando le persone iniziano a parlare di te e di tutto quello che hai fatto, nel bene e nel male, allora inizia la tua leggenda.
Ok… dirti come nasce una leggenda è facile. Il difficile è dirti come muore.
Nella saga in cinque volumi di “I Signori delle Balene” hai scelto di alternare presente e passato. Una strategia che ci porta a entrare sempre più nella storia colmando via via dubbi e lacune. Anche il lettore si imbarca sulla nave pirata e vive queste avventure. Che ruolo dai al lettore? Pensi che debba srotolare la matassa da solo oppure ritieni che tutto gli debba essere spiegato?
Il lettore è parte integrante della storia. A lui viene fornito tutto il necessario per darsi le giuste risposte ma non mi permetterei mai di rendergli le cose troppo semplici; lo reputerei un’offesa alla sua intelligenza. Sono cresciuto in un mondo di Libri Game, Giochi di Ruolo, Serial e Videogiochi e in ognuno di questi universi (che non reputo assolutamente diversi dal “mezzo” Libro) l’attenzione del fruitore è basilare, se non obbligatoria. Anche l’alternarsi di passato e presente deriva da queste mie influenze (e in sottofondo risuona un “Lost” a caso).

“I Signori delle Balene” intreccia fantasy e pirateria. Ci sono tre ingredienti che non possono mancare: l’avventura, una maledizione, lo spirito di fratellanza all’interno della ciurma. Ci spieghi, senza spoilerare troppo, come sono presenti?
Esattamente in questo ordine: un’avventura da l’inizio a tutto e caratterizza fin da subito la vita dei fratelli Blue; uno dei due, però, avrà a che fare con una sgradevole maledizione alla quale la ciurma di amici dovrà trovare soluzione. Riuscirà la ciurma a rimediare e unirsi attorno al loro compagno? Beh, non posso dirvi tutto, giusto?!
È sempre più raro trovare storie che abbiano pirati per protagonisti. Che caratteristiche deve avere secondo te un vero pirata? I personaggi della saga aderiscono tutti a questo canone?
Forse la caratteristica comune dei pirati è la “libertà”. Il poter fare le cose a proprio modo senza doverne tener conto ad altri. In una dinamica di ciurma, però, tutto è fatto in relazione ai compagni. Oltre a questo punto, però, ogni pirata agisce e si muove secondo le proprie caratteristiche, i propri sogni e i propri modi. Ho cercato di dare un’anima a ognuno di loro. Per alcuni è stato facile, per altri un po’ meno ma quando si ha a che fare con un gruppo di personaggi è sempre difficile trovare una scrittura adeguata a ognuno di loro.
Attingere a tutti i personaggi dei loro libri [della casa editrice La Piccola Volante, ndr] (sotto permesso anche dei loro autori) e legare le storie è stata per me la sfida e il piacere più grande.
Alen Grana
Uno dei punti forza della saga e in particolare del primo volume è la caratterizzazione dei personaggi. Che cosa puoi dirci del capitano Fryg Blue e della sua ciurma? Presentali con tre aggettivi ai nostri lettori.
Esatto, come dicevo nella risposta precedente la caratterizzazione di un gruppo di personaggi non è mai facile ma ho provato a diversificare ognuno di loro. In più c’è da dire che in una saga queste caratteristiche si sviluppano con il corso della storia (e come si sviluppano!).
Fryg, il capitano: sognatore, testardo, idealista;
Olloc, il vicecapitano: curioso, imbronciato, dalla risposta sempre pronta;
Erad: paterno (è il “padre” adottivo di tutta la ciurma), paziente, intelligente;
Finn: burbero, forte, buono;
Jane: allegra, caparbia, affascinante;
Bart, Will e Mar: mozzi e ultime ruote del carro.
Una tale caratterizzazione dei personaggi li rende reali a tutti gli effetti. Ti si sono presentati già così? Possiamo dire che è uno di quei casi in cui l’autore si mette al servizio della storia e dei suoi personaggi per lasciare che le cose vadano come devono?
Assolutamente sì: io mi sono sempre sentito solo il tramite per sfogare la storia su carta. Ma dire che la caratterizzazione di tutti i personaggi è scaturita nel momento in cui si sono presentati alla mia mente non sarebbe corretto. Mi hanno parlato, si sono presentati ma mi è stato chiaro fin da subito che, come una persona reale, anche loro non mi avrebbero mostrato tutto subito. Ci sono voluti cinque volumi per conoscerli completamente in tutte le loro sfaccettature. Già gli aggettivi che ho utilizzato per descriverli valgono giusto per i primissimi volumi ma poi le cose cambiano.
Il lettore è parte integrante della storia. A lui viene fornito tutto il necessario per darsi le giuste risposte ma non mi permetterei mai di rendergli le cose troppo semplici; lo reputerei un’offesa alla sua intelligenza.
Alen Grana
La vita di mare è piena di pericoli, lo sanno bene i pirati. Che rapporto hai tu, Alen, con l’avventura?
Se aver scelto come sport da praticare una disciplina schermistica con spade laser può essere considerata un’avventura, allora sì… ho un buon rapporto con l’avventura! Per il resto la seguo molto volentieri da un divano, su un libro, un fumetto, uno schermo di una tv o di un videogioco.

Non solo pirati, ma anche sirene, creature abissali e streghe. Come sei riuscito a intrecciare creature fantastiche e un contesto piratesco?
Molti di questi elementi s’incastrano quasi in maniera autonoma. Sirene e mostri abissali possono essere contestualizzati molto facilmente in un universo piratesco… forse le streghe le ho inserite più “forzatamente” ma, come dicevo riguardo i personaggi che si scrivono da soli, anche molte situazioni prendono una svolta quasi autonoma e portano a conseguenze quasi inaspettate. E proprio riguardo alle streghe sono riuscite a unire anche alcune storie de LPV apparentemente scollegate.
Non solo pirati, ma anche imperiali, famiglie potenti che vogliono qualcosa e che sono disposti a tutto pur di ottenerlo. Respiriamo tempesta di instabilità e di terrore. Ne usciamo con tanta sete di libertà, con la voglia di sovvertire ogni forma di tirannia. Che cosa possono insegnare ancora oggi i pirati ai lettori contemporanei?
Che per la libertà e per non conformarci a imposizioni errate e prive di valenza si può (e si deve) ancora lottare.
Certo, non bisogna confondere la libertà per il “fare sempre e comunque quello che si vuole a discapito di tutto e tutti”. Ci dev’essere coscienza, rispetto e bene comune. E su questi punti si basa l’ideologia del pirata contemporaneo… bisogna adeguarsi ai tempi che corrono ma tenendo conto sempre di quel pizzico di sfrontatezza.
[I personaggi della saga] Mi hanno parlato, si sono presentati ma mi è stato chiaro fin da subito che, come una persona reale, anche loro non mi avrebbero mostrato tutto subito. Ci sono voluti cinque volumi per conoscerli completamente in tutte le loro sfaccettature.
Alen Grana
Una delle particolarità delle storie pubblicate da La Piccola Volante è il crossover. Nella saga “I Signori delle Balene” entrano personaggi conosciuti nella trilogia “Pane – gli uomini di legno e di sangue”. Dalla saga “I Signori delle Balene” sono state tratti anche due spin-off a fumetti. Si respira una profonda aria di condivisione all’interno di La Piccola Volante. Di contaminazione tra arti. Ci racconti che cosa rappresenta per te far parte della sua ciurma?
Penso che in tante situazioni si abusi del termine “famiglia”. Questo non è il caso de LPV: famiglia È famiglia! Sono entrato in punta di piedi nella loro realtà e a oggi li considero amici e persone sulle quali fare affidamento (e non solo nel mondo editoriale). La libertà che ho enunciato poche righe sopra l’ho potuta assaporare alla grande con loro, anzi… diciamo che mi sono preso libertà che da altre parti non avrei certo potuto prendere. Attingere a tutti i personaggi dei loro libri (sotto permesso anche dei loro autori) e legare le storie è stata per me la sfida e il piacere più grande. Amo i crossover e penso che rafforzino la profondità di una storia (o di una serie di storie). In un catalogo fantasy come il loro, poi, c’era solo l’imbarazzo della scelta e molte cose, anche qui, hanno seguito un corso naturale.

Facciamo un passo indietro, Alen. Ci porti dentro il processo creativo di questa storia? Hai una routine di scrittura?
Ecco LA domanda! Da qui si capirà la mia pazzia ma… vabbè, ormai sono abituato a essere preso in giro per la mia ossessione (Michela, sì, sto parlando con te!). Di ogni libro creo una scaletta di capitoli. Per ogni capitolo (che nel caso della saga sono sempre in numero uguale e suddivisi alla stessa maniera) scrivo un piccolo riassunto di quello che dovrà succedere: poche cose, basta che appaiano i momenti chiavi per far proseguire la storia. Fatto questo schema, posso iniziare a scrivere anche in ordine (di capitoli) casuale, così da non preoccuparmi per “oddio e adesso come faccio ad andare avanti?”. Semplicemente se qualcosa non so come scriverla o non mi va di scriverla, passo a un altro capitolo. Una volta fatta la prima stesura di ogni capitolo, passo alla rilettura e rielaborazione con il naturale ordine del libro e da qui capisco se tutto coincide o se devo fare spostamenti, riscritture o altro. Facile, no?!

Come dicevo riguardo i personaggi che si scrivono da soli, anche molte situazioni prendono una svolta quasi autonoma e portano a conseguenze quasi inaspettate.
Alen Grana
C’è un personaggio della saga “I Signori delle Balene” a cui sei particolarmente legato? Perché?
Sì, Finn. Finnegard Stojcke l’ho scritto come se fossi io. Forse è l’unico personaggio che ha molte caratteristiche in comune con me. È stato difficilissimo scriverne alcuni capitoli ma mi è servito molto (forse anche per capirmi un po’ di più).
L’autore si fa piccolo: diventa spettatore, registra la storia che si srotola davanti ai suoi occhi senza giudicare quello che richiede. Quanto è difficile, secondo te, lasciare da parte la propria visione delle cose per non influenzare il flusso della storia e dei suoi personaggi?
Penso che uno scrittore si accorga se la storia funziona bene da come questa prende vita propria. Molto spesso, soprattutto all’inizio, si è praticamente obbligati a pensare “ok, qui devo fare così” e ci sta, è naturale o non si getterebbe la base di quello che si vuole raccontare. Ma i bivi che la storia presenta al suo ideatore lo mettono di fronte a una scelta. Ecco, quel momento decide tutto. Se in quel preciso momento si ha la forza di scegliere la strada più difficile (e meno banale), allora tutto il resto verrà di conseguenza. Una persona che stimo molto e che mi ha insegnato molto sulla scrittura mi ha sempre detto che le storie sono nell’aria, sono di tutti, aspettano solo che qualcuno le prenda e le racconti.
Se tu dovessi descrivere il primo volume di “I Signori delle Balene” con tre parole, quali useresti? E quali, invece, per tutta la saga?
“Pirati: serve altro?”
E penso che userei sempre queste anche per tutta la saga!
Non bisogna confondere la libertà per il “fare sempre e comunque quello che si vuole a discapito di tutto e tutti”. Ci dev’essere coscienza, rispetto e bene comune. E su questi punti si basa l’ideologia del pirata contemporaneo… bisogna adeguarsi ai tempi che corrono ma tenendo conto sempre di quel pizzico di sfrontatezza.
Alen Grana
Che sottofondo musicale pensi sia adatto a questa lettura? Se vuoi, puoi anche aggiungere una situazione.
Unire la musica alla saga de I Signori delle Balene è stato uno dei miei primi pensieri. Per ogni volume, infatti, a inizio libro, ho elencato brani e album adatti a essere ascoltati durante la lettura. Sono gli stessi brani che io ascoltavo durante la scrittura e che, in alcuni casi, si adattano alla perfezione con il ritmo degli avvenimenti. Trovo che questo connubio sia quasi obbligatorio perché ho sempre visualizzato molti passaggi come vere e proprie scene filmiche (quando “farsi i film nella testa” assume una connotazione letterale, eheheheh).
Ti pongo un’ultima domanda: che consiglio ti sentiresti di dare a un giovane autore che vuole provare a scrivere una storia che gli frulla nella testa?
Osare. Sempre.
Non darsi dei limiti e scrivere qualsiasi cosa passi per la testa.
Scrivere qualcosa perché funziona è la tomba della creatività. La fantasia non ha limiti, quindi perché darsene?
Colgo l’occasione per ringraziarti ancora una volta per le belle domande e l’analisi attenta che hai fatto. Ci sono tante realtà e tante storie che purtroppo passano quasi inosservate agli occhi dei più. E l’interessamento di realtà e progetti come i tuoi servono tantissimo a poter scovare perle che farebbero fatica a brillare e a essere viste. GRAZIE!
Ringraziamo Alen per aver risposto con forza e passione a queste nostre domande. La tempesta ci aspetta, ma da buoni pirati sapremo come affrontarla!
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