Che cosa vuol dire “ciangottio”? Dove usare questa parola?
Alla tenera età di trentasei anni e mezzo, ho deciso di leggere (oserei aggiungere “finalmente”) “Il signore delle mosche” di William Golding, Premio Nobel per la letteratura nel 1983.
L’idea di questa rubrica mi è venuta proprio durante la lettura, perché il linguaggio utilizzato contiene anche parole molto belle, ma che non usiamo quotidianamente. Prima, però, facciamo un passo indietro.
Dove nasce “Il signore delle mosche”?
Il romanzo risale a circa trent’anni prima dal riconoscimento di questo premio e l’ispirazione fu data all’autore dall’osservazione diretta del comportamento dei suoi allievi delle elementari. Che cosa aveva notato? Il preside della scuola incentivava l’autogestione degli alunni. Golding divideva quindi i bambini in due gruppi. Alcune volte era presente anche un moderatore. Altre no. Mentre i due gruppi discutevano di volta in volta su un tema specifico, se il moderatore non era presente, spesso arrivavano alla rissa. Facendo tesoro di questa esperienza, Golding partorì e alimentò proprio l’ispirazione del celebre “Il signore delle mosche”.
Sia detto per inciso, ma questo aneddoto potrebbe rassicurare molti autori che vedono il proprio romanzo rifiutato. Anche l’opera di Golding fu respinta da molti editori, finché non trovò riscontro positivo proprio dalla casa editrice di un altro futuro Premio Nobel, T. S. Eliot.
La parola “ciangottio”
Qualora stiate pensando di utilizzare la parola “ciangottio” in poesia, potrebbe esservi utile sapere che è composta da quattro sillabe e che è una parola piana (l’accento cade sulla penultima sillaba).
La divisione in sillabe sarà questa:
cian-got-ti-o
L’accento cadrà sulla “i” della sillaba “ti”.
Significato di “ciangottio”
La parola “ciangottio”, onomatopeica, ha sostanzialmente tre significati:
- Chiacchiericcio indistinto;
- Cinguettio di uccelli;
- Sussurro o lieve gorgoglio di acque correnti.
Per me risulta molto evocativo l’accostamento del termine all’acqua. Mi sembra di sentirne davvero il rumore.
E voi? Conoscevate questa parola? L’avete usata in qualche opera o in qualche contesto? Fatemelo sapere in un commento!
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