Intervista all’autrice di “Un lampo di vita”, Gerardina Di Massa

Di Gerardina Di Massa, l’autrice di “Un lampo di vita”, mi ha colpito la cura delle parole. E l’amore per le storie, per il loro essere coerenti con lo scorrere del tempo.
Di sé Gerardina racconta:
Mi chiamo Gerardina Di Massa, studio lettere e filosofia, amo la scrittura e la lettura, leggerei tutta la giornata. Sono appassionata di politica, amo la tecnologia e la linguistica. Non tollero l’ignoranza, che oggigiorno è considerabile una “colpa”. Mi piace ascoltare storie antiche e immaginare il tempo passato, annusare gli odori di un tempo. Catapultarmi in un’altra realtà, probabilmente meno caotica di quella nella quale viviamo.
Gerardina Di Massa
Quasi giornalista, scrive con amore e passione.
Un lampo di vita è un progetto al quale ho lavorato molto intensamente ed è una grandissima soddisfazione per me. Un premio. Un’occasione di riscatto.
Gerardina Di Massa
Ciao Gerardina. È bello vedere come persone giovanissime abbiano il coraggio di pubblicare (e quindi di condividere) una storia. Ci racconti come è nato “Un lampo di vita” e quando hai deciso di pubblicarlo?
Ciao, grazie per il complimento, davvero molto gradito. “Un lampo di vita” nasce tre anni fa, in un momento specifico, personale. La scrittura per me è sempre stata un’ancora di salvezza, e anche in questa circostanza si può dire che sia stato così. All’intreccio narrativo già pensavo da un po’ di tempo, mi capitava di appuntare su post-it, agenda, quaderni universitari, idee ed elementi che improvvisamente mi venivano in mente. Un giorno poi, ho raccolto tutto. Proprio come un “lampo”, che improvvisamente illumina il cielo durante una tempesta. Così Un lampo di vita per me.
Che tipo di storia dobbiamo aspettarci di trovare tra le pagine del tuo libro?
Una storia apparentemente semplice, denotata da vari aspetti personali, dettagliata, colorata e dinamica. Una narrazione all’interno della quale i protagonisti si muovono sicuri… o quasi, per poi improvvisamente perdersi e ritrovarsi, vivendo situazioni semplici, quotidiane, o intricate e difficili, proprio come accade nella vita di tutti i giorni.
In realtà una cosa è certa: nulla è come sembra.

Il titolo, “Un lampo di vita”, mi richiama alla mente alcune considerazioni, come il paragone tra un lampo e la verità che si palesa improvvisa e per un attimo e che spesso non riusciamo a cogliere in quel momento, ma solo quando arriva il tuono. Che cos’è per te un lampo di vita? Come mai hai scelto questo titolo?
Chi mi conosce bene sa quanto io ami i temporali, soprattutto quelli estivi, così come guardare i lampi che spesso squarciano la quiete. Da grande amante della letteratura, la trovo un’immagine davvero poetica e quasi musicale agli occhi di chi sa osservare. Il titolo del mio libro: Un lampo di vita, come ho detto inizialmente, nasce nel momento stesso in cui decisi di raccogliere la storia alla quale lavoravo da un po’ e crearne un romanzo.
Andrea e Dora sono i due protagonisti della storia. Dora, con il suo vestito rosso, assiste all’intervento di Andrea per salvare la vita di una giovane donna colpita da un rapinatore sull’autobus. Un incontro che sembra fortuito, come gli altri strani avvenimenti che iniziano ad accadere nella vita del medico. Secondo te, Gerardina, esiste il caso? Oppure tutto quello che accade è stabilito da un destino?
Sì secondo me esiste il caso, ma nella misura in cui esiste anche il destino. Nessuno dei due esclude la presenza dell’altro. Per caso posso incontrare una persona, che il destino ha deciso che incontrassi. Così come il destino potrebbe stabilire che due cose accadano e per caso avvengono in un determinato momento.
Entrambi i concetti hanno qualcosa che rimanda a pensieri filosofici antichi e se ne potrebbe dibattere per ore. Quando è che finisce il caso e si può parlare di destino? Perché il destino condiziona la vita delle persone? Le domande potrebbero continuare all’infinito. Ecco perché mi piace pensare ai due elementi come vicini e concomitanti.
Il passato di Andrea è avvolto nel mistero e anche il lettore, piano piano, sarà guidato con lui alla scoperta di informazioni. Com’è nato il personaggio di Andrea? Ti sei ispirata a qualcuno?
Sì, in realtà Andrea fa riferimento ad un personaggio reale. O meglio, alcune sue caratteristiche lo rendono in un certo senso vero. Il personaggio è nato piano piano, così come tutto ciò che caratterizza Un lampo di vita. Ogni cosa è frutto di modifiche, aggiusti, cancellature, come è normale (credo) che sia. Sicuramente sin dall’inizio la mia idea era quella di designare il profilo di un personaggio contorto. E spero di esserci riuscita.
Mi incuriosisce molto il personaggio di Dora, attratta da Andrea e decisa a frequentarlo nonostante le sue ritrosie. Che tipo è Dora? Che cosa puoi raccontarci su di lei?
Dora è la tipica persona che si innamora dell’uomo sbagliato, almeno a primo acchito è così. Poi proseguendo nella lettura magari qualcosa cambierà, ma inizialmente quella è l’aurea comportamentale che la caratterizza.
È una donna dai sani principi, nata nella mia mente dopo aver letto l’ultimo capitolo de I sentieri dei nidi di ragno di Calvino. Non so per quale motivo specifico, finito ed apprezzato il romanzo di Calvino, afferrai la penna e iniziai a scrivere, creando un personaggio che mi sembrava di conoscere da sempre.
Posso sicuramente dire che Dora vivrà un forte senso di irrequietezza dovuto all’amore, o meglio, ad un sentimento non corrisposto. Però non trattandosi di un romanzo d’amore, come ho detto, tutto può cambiare da un momento all’altro e niente è come sembra. Sicuramente è uno dei personaggi per i quali non ho cambiato niente nel corso della revisione del libro. Ad altri si potrebbe dire che io abbia cambiato i connotati in corso d’opera, lei invece no.
Se tu dovessi descrivere con tre parole Andrea e con tre parole Dora, quali useresti?
Andrea: affascinante, amletico, tenebroso.
Dora: bella, elegante, dolce.
“Un lampo di vita” è un romanzo intriso di riflessioni e in cui si scava dentro la psiche umana. Come hai lavorato alla costruzione dei personaggi? Ti appassiona la psicologia?
Sì mi appassiona la psicologia, e posso dire che in realtà la disciplina ha a che fare col il mio romanzo. La prima persona che lo ha letto è stata la mia psicologa, alla quale Un lampo di vita è dedicato. A parte ciò, la psicologia è una disciplina che mi ha sempre affascinata, sin dalle superiori, così misteriosa e sempre pronta a dare risposte. Sempre sul pezzo oserei dire.
I personaggi sono nati poco alla volta, sembrerà strano ma ho costruito prima una sorta di schema con nomi (provvisori) e caratteristiche e poi li ho uniti tra loro. Sono una persona che ha bisogno di mettere nero su bianco ciò che vuole realizzare; quindi, necessitavo di quella che si è rivelata una sorta di “mappa concettuale” che mi ha aiutata ad impostare la narrazione. Posso dire che era esattamente così che doveva andare la storia.
Descrivi “Un lampo di vita” con tre parole (tre, non barare):
sfingeo, accattivante e profondo.
Suggerisci un sottofondo musicale per accompagnare la lettura di “Un lampo di vita” (se vuoi puoi indicare anche una situazione ideale di lettura, tipo periodo della giornata, luogo, compagnia, ecc):
Un sottofondo musicale? Che idea. Sicuramente una sinfonia, nessuna canzone cantata, perché il testo rischierebbe di distogliere l’attenzione. Su YouTube esistono molte basi musicali di accompagnamento alla lettura, spesso io stessa quando scrivo le ascolto. Per quanto concerne la situazione, Un lampo di vita è un libro adatto ad ogni momento. Essendo un romanzo semplice e relativamente breve, non ha molte pretese e quindi può essere letto anche di sera prima di dormire; al mare magari sotto all’ombrellone, in treno, in autobus. Le situazioni e le occasioni sono tante e ovviamente variano in base alle esigenze di chi legge. Io ad esempio non amo leggere sui mezzi di trasporto, ho bisogno di silenzio. Leggendo la domanda mi è subito balzata in mente un’immagine: una persona seduta su una sedia di paglia, magari di sera, con luce soffusa, che legge mentre sorseggia del vino rosso.
Facciamo un passo indietro. Sono curiosa di conoscere quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
Sin da piccola amo scrivere; la passione vera e propria nasce a seguito di una lezione di letteratura contemporanea, il prof ci diede un compito: scrivete qualcosa, così, di getto. Adorai quell’attività. Finalmente qualcosa che desse sfogo alla nostra creatività di studenti di lettere e non unicamente teoria.
Scrivo per due giornali online da ormai quattro anni, sto per conseguire il tesserino da giornalista e amo leggere. Quindi credo che la passione e l’amore per la scrittura siano consequenziali e non siano nati in un momento specifico.
Che cos’è per te la scrittura?
Per me la scrittura è un’àncora di salvezza, e un ancòra. Mi tira su e mi proietta verso il futuro.
[…] mi capitava di appuntare su post-it, agenda, quaderni universitari, idee ed elementi che improvvisamente mi venivano in mente. Un giorno poi, ho raccolto tutto. Proprio come un “lampo”, che improvvisamente illumina il cielo durante una tempesta.
Gerardina Di Massa
Qual è la tua routine di scrittura, se ne hai una?
Solitamente scrivo di sera, ma dipende molto dal momento. Devo essere ispirata, altrimenti rischio di scrivere dieci pagine di getto e cancellarle dopo cinque minuti perché non mi convincono. L’ispirazione è di fondamentale importanza.
Quali sono per te gli ingredienti che un bel romanzo deve avere?
Premesso che secondo me non esistono romanzi brutti, le letture che scelgo sono di diverso tipo, sono aperta a tutti i generi. Un buon libro che possa essere convincente deve essere intenso, ben costruito e chiaro nella scrittura.
Qual è la parte più difficile per te nel tuo percorso di ideazione, struttura, scrittura e promozione dell’opera? Perché?
La promozione è la parte più complicata, se non sei un autore famoso, chi ti prende in considerazione? Il concetto è questo purtroppo. E anche per questo motivo oltre alla scrittura mi occupo di recensioni, proprio per scoprire nuovi libri e dare l’opportunità a tutti di farsi conoscere. Non che io abbia grandi numeri, ma una condivisione può fare molto a me non costa niente però… mi arricchisce molto.
L’ideazione viene in modo quasi spontaneo e naturale, la struttura come ho detto, deve essere schematica (almeno per me, ovviamente è soggettivo) e da lì poi, proseguo scrivendo.
E la parte che reputi più stimolante e divertente?
La parte più stimolante è quella degli intrecci, per lo meno nel mio caso. Regala tante emozioni, soprattutto se si pensa al lettore e alla sua reazione.
C’è un autore a cui ti ispiri? Perché?
Assolutamente Sì. Italo Calvino. Ho letto quasi tutti i suoi libri, amo la sua scrittura, quel realismo che caratterizza la sua poetica. Un autore vero, concreto, intenso e che… non ha mai avuto peli sulla lingua. Ecco, credo che la scrittura debba essere esattamente così, bella, avvolgente, coinvolgente e vera. Al di là di ogni funzione metaforica.
So che sei anche giornalista. Pensi che il tuo lavoro influenzi il tuo modo di scrivere? Ci racconti eventualmente come?
Si, sono in attesa per il conseguimento del tesserino da giornalista pubblicista. Sicuramente scrivere per un giornale permette di avere una maggiore consapevolezza nell’utilizzo delle parole. Se si pensa agli articoli di cronaca ad esempio, bisogna usare una certa sensibilità e dunque scegliere accuratamente le parole con le quali si parla di un argomento. Stessa cosa per gli articoli culturali, essi identificano qualcosa o qualcuno, donandogli quell’aurea di bellezza e suscitando l’interesse di chi legge. Penso che in questo modo l’attività da giornalista possa essere di aiuto, o meglio, sia uno stimolo per chi scrive.
Quali sono, secondo te, le principali differenze tra lo scrivere narrativa e lo scrivere cronaca al di là dell’uso della fantasia?
Ho risposto sopra 🙂 per quanto riguarda la narrativa di fantasia, essa permette di spaziare e di creare qualsiasi cosa, di forme, colori, natura, diversa. E l’aspetto più bello è che nessuno può dire niente.
Quanto è importante, secondo te, la lettura di altri autori per migliorare la propria scrittura?
Influisce molto, anche per capire quale sia il proprio stile narrativo o cosa si preferisca scrivere. E poi diciamocelo, la lettura contribuisce a creare un ricco bagaglio culturale.
Dora è la tipica persona che si innamora dell’uomo sbagliato, almeno a primo acchito è così. Poi proseguendo nella lettura magari qualcosa cambierà, ma inizialmente quella è l’aurea comportamentale che la caratterizza.
Gerardina Di Massa
Preferisci leggere autori già affermati o emergenti? Perché?
Non ho preferenze, leggo sia quelli già affermati che quelli emergenti. Quelli già affermati hanno sempre qualcosa da insegnare, quelli emergenti sono invece da scoprire, ma ovviamente anch’essi possono insegnare qualcosa.
Credi che la scrittura e la lettura possano cambiare il mondo? Se sì, in che modo?
La scrittura può dare un colore diverso alla vita, così come la lettura. Scrivendo si dà una propria impressione e visione del mondo, leggendo si impara a conoscere la realtà, con le sue mille sfaccettature. Inoltre, sia l’una che l’altra spesso e volentieri costituiscono un rifugio e permettono di “estraniarsi” da qualcosa.
Se tu dovessi indicare un’opera che hai letto e che ha cambiato il modo in cui vedi il mondo (intorno a te o dentro di te), quale indicheresti? Perché?
Sicuramente Palomar di Italo Calvino: un vero e proprio viaggio verso la saggezza. Ma come ho detto prima, amo Calvino e quindi potrei sceglierne altri ancora. Non saprei scegliere, leggendo molto è difficile scegliere. Posso dire che anche i manuali di filosofia studiati ai fini universitari hanno contribuito a creare l’immagine del mondo che ho oggi. Naturalmente ho ancora molto da imparare e da leggere.
Che tipo di opere ti piace leggere? Che genere o che stile devono avere? Devono affrontare particolari temi? Raccontaci cosa cerchi come lettore.
Leggo tutto senza remore. Ogni libro ha qualcosa da raccontare da comunicare. Come nella vita, bisogna dare spazio a tutto e a tutti.
Per me la scrittura è un’àncora di salvezza, e un ancòra. Mi tira su e mi proietta verso il futuro.
Gerardina Di Massa
A cosa stai lavorando?
Al momento sono proiettata verso la laurea, sto provando a superare gli esami di latino. Ma ho altri progetti “libreschi” in cantiere.

E che cosa puoi anticiparci sui tuoi progetti futuri?
Il “Fratello” di Un lampo di vita potrebbe essere già pronto e… avrà tanto da raccontare.
Oltre alla scrittura e alla lettura, hai altre passioni? Che cosa ci racconti a riguardo?
Sì, mi piace ascoltare musica, e mi affascina la tecnologia in genere. Amo scattare fotografie e ho una passione per la linguistica.
Quale consiglio ti sentiresti di dare a un giovane autore che sogna di pubblicare il suo primo libro?
Consiglio di non mollare, nel senso: all’inizio potrà sembrare difficile ma bisogna andare avanti e riprovare. Cadere e rialzarsi… e soprattutto dare il meglio di sé in ogni occasione. Se il proprio libro non piace o non convince, non significa che non valga niente.
È soggettivo, quindi, puntare in alto sempre.
Hai la possibilità di inviare nello spazio una sola opera (che sia una poesia, un racconto, un romanzo) di un autore più o meno conosciuto. L’autore puoi essere anche tu. In questa opera dovrebbe essere raccolto il tuo messaggio a memoria futura. Quale opera scegli e perché?
Più o meno conosciuto? In tutta sincerità non so rispondere, non saprei quale scegliere. Avrai capito oramai che odio fare scelte, anche se a volte sono necessarie, ne sono consapevole. Ma quando si tratta di libri, come fare?
Risposte secche:
- Casa editrice o self? CASE EDITRICI
- Giallo o nero? NERO
- Struttura a priori o in divenire? A priori
- Musica in sottofondo o silenzio? SILENZIO
- Prima persona o terza persona singolare? PRIMA
- Libro cartaceo o digitale? CARTACEO
- Revisione a schermo o su carta? Carta
Grazie, Gerardina, per aver risposto alle domande.
Se le sue risposte vi hanno incuriosito, vi suggerisco di approfondire qui:
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